IL METODO PROMPT

Il “Metodo Prompt” è una tecnica di valutazione e riabilitazione della comunicazione e del linguaggio orale e scritto.

 

PROMPT© è un acronimo che sta per “PROMPTS FOR RESTRUCTURING ORAL MUSCOLAR PHONETIC TARGETS” (Prompt per la Riorganizzazione di Target Fonetici Orali Muscolari).

 

Questo approccio multidimensionale è stato sviluppato per il trattamento cognitivo-comunicativo-linguistico, focalizzandosi sul deficit del controllo motorio articolatorio.

 

I Prompt sono input tattili cinestesici forniti dal logopedista agli organi articolatori del paziente, come la mandibola, le labbra e la lingua.

 

Questi input sono somministrati all’esterno del cavo orale e hanno lo scopo di guidare le traiettorie articolatorie, inibire movimenti estranei, e fornire informazioni sulla durata del movimento articolatorio per ogni fonema e sulla transizione tra i fonemi.

 

L’obiettivo del trattamento PROMPT© è lo sviluppo e l’uso del linguaggio orale attraverso l’interazione e attività significative per il paziente, adattandosi al livello di sviluppo del bambino e integrandosi nel gioco e nelle routine quotidiane.

 

Il trattamento PROMPT© è effettuato esclusivamente da logopedisti formati dal Prompt Institute.

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I DISTURBI PRIMARI DEL LINGUAGGIO

I disturbi del linguaggio si riferiscono a bambini che, nonostante non abbiano deficit uditivi, cognitivi o relazionali, mostrano uno sviluppo linguistico più lento rispetto alla media.

 

Questo non implica che tutti i bambini debbano iniziare a parlare allo stesso tempo. Generalmente, intorno ai 17-20 mesi, un bambino dovrebbe avere un vocabolario di almeno 50 parole (Zubrick et al., 2007). Intorno ai 2 anni il bambino inizia a combinare due o tre parole, formando frasi semplici (Castelli et al., 2015), ma ci sono variazioni individuali.

 

I bambini definiti “parlatori tardivi” o “late talkers” sono quelli che a 24 mesi usano meno di 50 parole e a 30 mesi non combinano due parole per formare frasi. Tuttavia, il ritardo linguistico non è una diagnosi permanente, ma una condizione che può essere temporanea.

 

Molti bambini parlatori tardivi recuperano spontaneamente, senza bisogno di interventi specifici, rientrando nei normali parametri di sviluppo.

 

La valutazione di un logopedista, basata su esame obiettivo e questionari compilati dai genitori, è cruciale per identificare i bambini parlatori tardivi. In alcuni casi, i bambini che recuperano tardivamente, definiti “Late Bloomers”, possono progredire senza necessità di trattamenti specifici.

 

Tuttavia, una percentuale consistente dei bambini “parlatori tardivi” presenta ancora un ritardo a 4 anni di età e può andare incontro a un disturbo persistente dello sviluppo del linguaggio chiamato tradizionalmente “disturbo specifico del linguaggio” o, come oggi si preferisce definirlo alla luce dell’ultima Consensus Conference del 2019, “Disturbo Primario di Linguaggio”. In questi casi, si rende necessario un intervento mirato per affrontare e gestire il disturbo.

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LA TERAPIA MIOFUNZIONALE

La Terapia Miofunzionale (TMF) rappresenta un aspetto cruciale della Logopedia, focalizzata sul trattamento di disfunzioni orali e facciali. La TMF mira a ristabilire l’equilibrio muscolare orofacciale, affrontando disturbi che investono la respirazione, suzione, masticazione, deglutizione, l’articolazione verbale, il gusto, le espressioni facciali e l’articolazione temporo-mandibolare (ATM).

 

Questa terapia si basa sulla collaborazione tra diverse discipline mediche, tra cui Ortodonzia, Pediatria, Posturologia, Fisioterapia, Osteopatia, Ottica, Ortottica e Chirurgia Maxillo-Facciale.

 

In ortodonzia, la TMF contribuisce significativamente a migliorare l’efficacia del trattamento, aiutando nella correzione delle abitudini orali disfunzionali (es. ciucciare il dito), nel miglioramento della respirazione e della deglutizione e nel prevenire o correggere disturbi del linguaggio (speech sound disorder).

 

È particolarmente utile nel post-trattamento ortodontico per mantenere i risultati ottenuti e prevenire recidive, nonché in preparazione e seguimento della chirurgia orale. Inoltre, la TMF aiuta a risolvere asimmetrie estetiche facciali, disturbi del sonno in età evolutiva come l’apnea ostruttiva del sonno (OSA), e dolori orofacciali.

 

La TMF, quindi, non solo assiste nella stabilizzazione di schemi motori orali corretti, ma contribuisce anche a una migliore accettazione e aderenza ai trattamenti da parte dei pazienti, riducendo i disagi e abbreviando i tempi di intervento ortodontico.

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LO SQUILIBRIO MUSCOLARE ORO FACCIALE

Lo Squilibrio Muscolare Oro-Facciale (SMOF) è una condizione complessa influenzata da numerosi fattori.

 

Tra questi, il persistere di un modello di deglutizione infantile anziché adulto, respirazione orale a causa di patologie ORL o allergiche, e abitudini nocive come il succhiamento del pollice o l’uso prolungato del ciuccio.

 

Anche traumi, malattie del complesso oro-facciale e disfunzioni del sistema nervoso centrale possono contribuire.

 

Questo squilibrio porta a una vasta gamma di problemi: masticazione inefficace, crescita anormale dei denti, malocclusioni, palato ogivale, difficoltà di pronuncia, disturbi respiratori, problemi posturali e alterazioni estetiche e mimiche.

 

La diagnosi precoce è essenziale per prevenire meccanismi compensatori che possono aggravare problemi respiratori, posturali, ortodontici, alimentari e fonatori sia nei bambini che negli adulti.

Il ruolo del logopedista è fondamentale nella valutazione e rieducazione delle funzioni orali, e il trattamento basato sulla Terapia Miofunzionale è un supporto importante all’ortodonzia, in quanto le anomalie posturali della lingua possono influenzare negativamente gli interventi ortodontici.

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ORAL MOTOR THERAPY

La Terapia Motoria Orale (OMT) è una tecnica specializzata usata per affrontare disturbi oro-motori, prassici e articolatori sia in bambini che in adulti.

Questi disturbi influenzano le funzioni orali e muscolari essenziali, come la masticazione, la respirazione, la deglutizione e l’alimentazione.

 

L’OMT si concentra sul rinforzo e la normalizzazione della muscolatura orale, impiegando una serie di esercizi mirati che sfruttano la stimolazione sensoriale del paziente.

 

Questi esercizi sono supportati dall’uso di strumenti specifici, progettati per massimizzare l’efficacia della terapia, attraverso il potenziamento motorio e sensoriale.

 

La terapia combina diverse forme di stimolazione, inclusa quella uditiva, visiva e tattile, per un approccio olistico al trattamento.

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Terapia funzioni esecutive (Trainer Benso)

Il “Metodo Benso” è un trattamento cognitivo integrato progettato per potenziare le funzioni esecutive e attentive. Questo metodo è applicato in diversi contesti, tra cui i disturbi dello sviluppo, traumi cranici nell’adulto, malattie neurodegenerative negli anziani, nonché nelle fasi di apprendimento scolastico normale. Ecco una panoramica più dettagliata:

 

Fondamenti Teorici

  • Origini e Sviluppo: Il metodo è frutto dell’integrazione di diverse discipline, tra cui le neuroscienze, alcune branche della matematica, la filosofia, e le arti orientali.
    Questa fusione di conoscenze ha portato alla creazione di modelli mentali che spiegano l’interazione tra sistemi modulari, funzioni superiori e il sistema emotivo nell’ambito della neuropsicologia.
  • Base Teorica: Il trattamento si basa su teorie come la modularizzazione (Karmiloff Smith, 1990) e la gerarchizzazione dei moduli (Moscovitch e Umiltà, 1990).

 

Applicazioni Pratiche

  • Focus del Trattamento: Il Metodo Benso mira a potenziare le componenti attentive esecutive e gli apprendimenti complessi, come lettura, scrittura, e calcolo, oltre alle funzioni sottostanti come il linguaggio e la visuo-percezione.
  • Personalizzazione: Ogni programma di trattamento è personalizzato per stimolare il sistema cognitivo al massimo livello di complessità sopportabile, tenendo conto della disposizione mentale momentanea dell’individuo.

 

Implementazione

  • Sedute di Trattamento: Le sedute tipicamente hanno una durata di 50-60 minuti e si svolgono due volte a settimana. Sono gestite da “Trainer” specializzati e iscritti all’albo nazionale “Metodo Benso”.
  • Coinvolgimento di Genitori e Pazienti: Il programma di potenziamento viene condiviso con i genitori e il paziente, specificando gli obiettivi, gli strumenti utilizzati, i tempi e i momenti di verifica

 

Accesso al  conto

  • Centri di Applicazione: Il Metodo Benso viene applicato in diversi centri privati, soltanto da specialisti certificati ad eseguire il trattamento e il potenziamento delle capacità cognitive e emotive.
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Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)

La crescita e lo sviluppo di un bambino sono un viaggio complesso e affascinante, che coinvolge non solo la mente, ma anche il corpo.

 

Nel nostro studio, ci impegniamo a supportare i bambini e le loro famiglie attraverso questo percorso, offrendo servizi specializzati di neuropsicomotricità dell’età evolutiva.

 

Il nostro team è composto da terapisti altamente qualificati e specializzati in questo settore.

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Terapia OSAS bambini e adulti

La sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS) è un disturbo che può presentarsi sia nei bambini sia negli adulti, e la logopedia gioca un ruolo importante nel suo trattamento.

 

Caratteristiche e Sintomi di OSAS

  • Nei Bambini: I sintomi includono russamento notturno, difficoltà di concentrazione, irritabilità, secchezza della bocca, mal di testa diurno, e talvolta enuresi notturna. Le complicanze possono includere deficit neurocognitivi e problemi comportamentali, oltre a conseguenze cardiovascolari e metaboliche. Un trattamento non tempestivo può portare a deficit di apprendimento non reversibili, soprattutto in età pre-scolare​​​​​​.
  • Nei Pazienti Adulti: Il russamento è un sintomo comune e la terapia miofunzionale, che include esercizi della muscolatura linguale ed orofaringea, ha mostrato efficacia nel ridurre il russamento​​.

Approccio Terapeutico

  • Terapia Miofunzionale: Questa terapia prevede esercizi orofaringei e linguali che possono ridurre significativamente l’intensità e la frequenza del russamento negli adulti​​.
  • Trattamento Multidisciplinare: Il trattamento dell’OSAS nei bambini coinvolge diverse figure specialistiche, come pediatra, otorinolaringoiatra, odontoiatra, pneumologo, neurologo e dietologo, in base alle cause specifiche dell’apnea​​.
  • Diagnosi: La diagnosi di OSAS prevede la pulsossimetria notturna come esame di screening e la polisonnografia notturna per una diagnosi definitiva​​.
  • Trattamento Chirurgico e Medico: Nei casi di ipertrofia adenotonsillare nei bambini, l’adenotonsillectomia è spesso il trattamento di prima linea. Nei casi lievi, possono essere utilizzati cortisonici nasali per periodi limitati. Per alcuni adulti, la ventilazione meccanica continua a pressione positiva (CPAP) può essere indicata​​.

La diagnosi precoce e un approccio terapeutico mirato sono essenziali per gestire efficacemente l’OSAS e prevenire complicazioni a lungo termine.

 

La logopedia, con la sua enfasi sugli esercizi orofaringei e linguali, offre un approccio complementare al trattamento medico e chirurgico, particolarmente utile nei casi dove l’obiettivo è migliorare la qualità del sonno e ridurre il russamento.

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Valutazione frenulo linguale alterato e trattamento pre e post chirurgico

La valutazione e il trattamento del frenulo linguale alterato, sia pre che post chirurgico, sono aspetti importanti della logopedia.

 

Il frenulo linguale alterato è un’anomalia congenita che colpisce circa il 10% della popolazione e può avere importanti ripercussioni sulla deglutizione, sull’articolazione verbale, sullo sviluppo del palato e sull’apparato stomatognatico.

 

Il trattamento logopedico del frenulo linguale alterato prevede una valutazione accurata e un trattamento mirato a seconda della gravità della condizione.

 

Una volta definita la gravità del frenulo linguale, si potrebbe decidere sull’opportunità di interventi chirurgici, oltre a fornire le competenze per il trattamento.

 

La valutazione e il trattamento del frenulo linguale alterato richiedono un approccio multidisciplinare e personalizzato, dove la logopedia svolge un ruolo cruciale sia nella fase pre-operatoria per valutare la necessità dell’intervento, sia nella fase post-operatoria per garantire un recupero funzionale ottimale.

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Balbuzie

La balbuzie è un disordine della fluenza verbale,  caratterizzato da blocchi, ripetizioni o prolungamenti, udibili o silenti nell’emissione di elementi del parlato, vale a dire: suoni, sillabe, parole e frasi.

 

Queste interruzioni sono involontarie, hanno frequenza variabile e non sono facilmente controllabili dal soggetto.

 

Talvolta sono presenti attività accessorie come gesti collegati al parlato, caratteristiche verbali, movimenti ausiliari del corpo e/o emissione di suoni non collegati al parlato.

 

Molto spesso vengono riferiti stati emozionali che vanno da una generale condizione di tensione a più specifiche emozioni di natura negativa (paura, tristezza, ansia…) che predispongono l’insorgenza di comportamenti di evitamento rispetto alle situazioni di comunicazione.

 

La persona che balbetta sa bene cosa vorrebbe dire, le disfluenze non sono collegate a deficit di esposizione verbale e/o problemi cognitivi o imputabili a disturbi psichiatrici e psicologici.

 

Il trattamento prevede una valutazione iniziale al fine di inquadrare le caratteristiche del singolo soggetto e viene programmato di comune accordo alla persona che balbetta e ai suoi caregivers.

 

Sono previste attività al fine di abbassare la frequenza e la severità della balbuzie e un lavoro sugli aspetti emotivo-comportamentali che sono collegati alle esperienze di verbalizzazione. Nel percorso terapeutico viene coinvolto tutto l’ambiente in cui la persona che balbetta vive.

 

In base all’età e altre caratteristiche valutate dal professionista, si può prevedere anche un percorso di trattamento indiretto.

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Disfonia

La disfonia è un termine generale che descrive un cambiamento anormale delle qualità della voce, come intensità, tono, timbro e rendimento vocale.

 

Può essere causata da diverse condizioni e si manifesta con sintomi quali alterazioni della voce, sensazione di secchezza in gola, tensione nel collo, voce interrotta, mancanza di aria e fatica a parlare. La disfonia può essere sia funzionale, legata a un uso improprio della voce senza alterazioni strutturali della laringe, sia organica, dovuta a problemi fisici delle corde vocali come nóduli, pólipi o distonía laringea. È più comune nelle donne e in professioni con forti sollecitazioni vocali, come insegnanti e cantanti.

 

Il trattamento varia in base alla causa e può includere riposo vocale, riabilitazione logopedica, trattamento del reflusso gastroesofageo, se presente, e, in alcuni casi, intervento chirurgico. La collaborazione tra otorinolaringoiatri e logopedisti è cruciale per un approccio terapeutico efficace.

 

Gli esercizi logopedici sono focalizzati su respirazione, rilassamento muscolare e coordinazione fonorespiratoria, mirando a movimenti più precisi e meno stressanti per migliorare l’intelligibilità della parola e la qualità di vita generale del paziente​

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Disprassia verbale

La disprassia verbale è un disturbo complesso della programmazione motoria, che influisce sulla capacità di produrre suoni, sillabe e parole.

 

È caratterizzata da difficoltà nell’apprendimento e nell’esecuzione di prassie, ovvero azioni e sequenze di movimenti volontari, pur mantenendo le risposte automatiche.

 

Un bambino con disprassia verbale può mostrare mancanza di sistematicità e coerenza nella produzione di suoni, difficoltà nell’organizzazione sequenziale, fatica nel mantenere un ritmo costante di parlato e difficoltà prassiche anche a livello grosso-motorio. Potrebbero anche presentare ipersensibilità sensoriale tattile, visiva e uditiva​​.

 

I bambini con disprassia verbale spesso non riescono a imitare i movimenti necessari per parlare.

I loro segnali di rischio includono lallazione scarsa o assente nel primo anno di vita, produzione limitata di suoni, sviluppo lessicale lento, e una prosodia alterata.

 

È importante differenziare tra disprassia verbale e disprassia orale, poiché un bambino può avere una o entrambe queste difficoltà​​.

Si associa spesso alla disprassia verbale la disprassia bucco-linguo-facciale, che può includere difficoltà di alimentazione e masticazione.

I principali sintomi per la diagnosi includono errori incostanti nella produzione di suoni, difficoltà nella transizione articolatoria tra suoni e sillabe, e una prosodia inappropriata​​.

In termini di terapia, è importante un approccio multisistemico e multidisciplinare, che può includere terapia mio funzionale, lavoro fonetico-fonologico, e focus sulla prosodia.

 

La terapia logopedica può percorrere diverse strade, concentrandosi su percezione, modulazione attraverso ritmi e melodie, e sul miglioramento delle funzioni esecutive e dei processi di attenzione​​.

Per un quadro generale, la disprassia può essere descritta come un disturbo dell’esecuzione di un gesto o di un’azione intenzionale, influenzando la capacità di pianificare ed eseguire sequenze motorie volontarie.

Questo può riguardare la capacità motoria in generale o essere limitato a certi aspetti, come la disprassia degli arti, oculomotoria, della scrittura, orale e verbale.

I bambini con disprassia spesso hanno difficoltà nella coordinazione dei movimenti e possono mostrare ipersensibilità o incapacità a reagire adeguatamente agli stimoli sensoriali​​.

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I disturbi primari del linguaggio